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Bruxelles, città sostenibile

Intervista a Laura Ferrara, Europarlamentare

di Luigina Pileggi

Una città a misura di famiglia. Ma soprattutto a misura di donna. Dove servizi per l’infanzia, trasporti e sostegni sono alla portata di tutti e soprattutto di tutte. A raccontare come si vive a Bruxelles è Laura Ferrara, eurodeputata italiana (M5s), che da Cosenza (Calabria) ha deciso di trasferire tutta la sua famiglia nel cuore pulsante dell’Europa.

Da giovane donna e mamma, infatti, dopo un primo periodo da “pendolare”, ha deciso di portare con sé marito e i suoi due figli, che nel frattempo sono diventati tre. “Quando sono stata eletta nel 2014 mi spostavo solo io e cercavo di capire come organizzare la mia famiglia, avendo due bambini molto piccoli, uno di un anno e una di tre anni e mezzo. Viaggiavo continuamente e i miei figli li lasciavo sempre in Italia. Ogni volta però era una sofferenza. Per questo li ho iscritti a due asili privati: 15 giorni frequentavano quello di Bruxelles e altri 15 giorni quello di Cosenza. Una situazione che però non era affatto ideale, creando instabilità nei bambini che, appena stringevano un’amicizia venivano catapultati in un’altra realtà, dove bisognava ricominciare tutto daccapo”.

Poi un episodio ha fatto scattare nella giovane mamma la decisione di cambiare vita. “I bambini stavano spesso con i nonni – spiega Laura Ferrara – un giorno mia mamma mi disse al telefono che quando sarei tornata da Bruxelles avrei visto camminare il mio secondo figlio. Lì ho capito che stavo perdendo momenti importanti della vita dei miei figli. Di certo avrei potuto lasciare tutto com’era, e da grandi avrei potuto raccontare loro quello che ho fatto come europarlamentare. Ma non sarebbe stata una consolazione. Così con mio marito decidemmo di trasferirci tutti a Bruxelles e iscriverli alle scuole Statali”.

E se per i primi anni è stata una staffetta continua, perché poi il venerdì si ritornava in Calabria, tutto è cambiato con l’arrivo del Covid, in quanto a Bruxelles la scuola è sempre rimasta aperta.

Da qui la decisione di rimanere a vivere di più nel cuore dell’Europa.

“Bruxelles è una città bellissima con un unicum – evidenzia la giovane mamma – è una città multietnica, dove si ha la possibilità di conoscere persone da tutte le parti del mondo. Quando iscrissi mia figlia a scuola, chiesi alla maestra di avere un occhio di riguardo per mia figlia perché non parlava bene il francese, in quel momento scoprii che il 90 per cento dei bambini era nella stessa situazione di mia figlia: c’erano bambini di nazionalità indiana, cinese, brasiliana, turca. Tutti con genitori che si trovano a Bruxelles per motivi di lavoro. E questo è un valore aggiunto, peculiare e meraviglioso, perché apre la mente e dà la possibilità di conoscere senza alcun tipo di pregiudizio lingue e culture diverse”.

Ma oltre all’aspetto culturale e sociale, Bruxelles è anche una città che va incontro alle famiglie e soprattutto alle giovani coppie. Sono previsti infatti assegni, sussidi e diversi aiuti per fronteggiare le spese relative alla crescita dei figli. E questo favorisce la creazione di giovani famiglie e soprattutto le nascite: avere tre o quattro figli, a queste latitudini, è infatti normalissimo. Ben diversa invece la situazione in Italia, dove i sussidi sono quasi inesistenti. “Per una donna – prosegue Ferrara – conciliare la vita lavorativa con quella di mamma in Italia è molto difficile, soprattutto quando i figli sono piccoli. Gli asili nidi sono pochissimi e se non si ha la fortuna di avere nonni in forza fisica di stare dietro ai bambini diventa difficile poter conciliare l’attività professionale e lavorativa. Per le difficoltà organizzative ed economiche molti giovani rinunciano o ritardano il desiderio di avere una famiglia”.

E poi ci sono i servizi. “La città è piena di spazi verdi attrezzati per i più piccoli – spiega Laura Ferrara – con spazi dedicati a loro, giochi e percorsi ben tenuti e funzionali, cosa non proprio scontata dalle nostre parti. Nonostante il clima non proprio favorevole, si vive spesso all’aperto, anche quando c’è la pioggia”. Tantissime sono poi le attività parascolastiche organizzate quotidianamente, con un’offerta molto ampia che spazia dalle attività sportive a quelle musicali a corsi di manualità, falegnameria e creatività. Tutto promosso dai Comuni, scuole, associazioni e strutture sportive. E poi ci sono le domeniche di lettura al parco per i più piccoli.

Anche per quanto riguarda i trasporti, Bruxelles è a misura di famiglia. Metro e autobus collegano in modo capillare tutti i quartieri e questo permette di non perdere tempo per raggiungere il posto di lavoro o per spostarsi per qualsiasi altra attività. Si utilizzano i mezzi pubblici, che arrivano con precisione”.

Insomma, due mondi differenti, con un gap abissale per le famiglie. Ecco perché l’auspicio è quello di poter utilizzare al meglio i fondi del Pnrr, attuando riforme strutturali capaci di migliorare la condizione dell’Italia, che si trova attualmente in una situazione di arretratezza sotto tutti i punti di vista, dai trasporti alla digitalizzazione al sistema sanitario. “Se saputi utilizzare – conclude l’europarlamentare – i fondi per il Sud possono rappresentare un momento di ripartenza importante, che va saputa cogliere e non sprecare. Questa è un’occasione unica che non dobbiamo perdere. Perché altrimenti non avremo più scusanti”.

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