A fianco delle nuove leve. L’esperienza insegna

di Serenella Panaro

Il termine degli studi e la fase di passaggio dall’Università al lavoro rappresenta una
delle transizioni più delicate e importanti.Dallo status di “studentesse”, su cui ci si è identificate a lungo, fin dai primi giorni di scuola, si compieil primo vero salto verso l’identità di professioniste, sperando di non passare, se non per un tempo limitatissimo, a quella di inoccupate. Condizione che appare come un limbo spaesante.

Nell’esperienza svolta all’interno della nostra Associazione in questi anni, il Mentoring si sta rivelando uno strumento meraviglioso per le Mentee e anche per le Mentori. I modelli lavorativi e i patti lavoratore-azienda stanno profondamente mutando e i vecchi paradigmi non sembrano riuscire a intercettare bisogni profondi.

Il cammino verso l’affermazione di un’identità professionale caratterizzante è costellato da mille incertezze, ansie e difficoltà date sia dal mercato in continua evoluzione sia dalla mancanza di una strategia e pianificazione personale.

Esso sembra assumere la valenza di un vero e proprio rito di passaggio, un momento di iniziazione all’età adulta, di in- gresso nel mondo dei professionisti.
In queste fasi il ruolo di una guida, di uno sherpa, è fondamentale. Qualcuno che esuli dai già presenti processi di onboarding (anch’essi riti in chiave moderna), offerti all’entrata dalle aziende ai giovani talenti, che vada oltre lo sviluppo di competenze, e accompagni alla complessità della vita professionale a tutto tondo, come persone.

In tal senso acquistano immenso valore pratiche quali il coaching e il mentoring per supportare le prime fasi di carriera. Nell’esperienza svolta all’interno della nostra Associazione

in questi anni, il Mentoring si sta rivelando uno strumento meraviglioso per le Mentee e anche per le Mentori. Immenso valore ha la relazione che si nutre di una matrice socratica, e che alimenta le nostre Socie Men- tori, tanto quanto le più giovani. Ci si rivede, si riscoprono le radici di tante scelte effettuate, si riacquista slancio e desiderio, ci si appassiona nel dare e ricevere, reciprocamente. In tutte le fasi di transizione ci ritroviamo a lasciare qualcosa di noto, passando per una cosiddetta “zona neutra”, apparentemente confusa ma anche generatrice di profonda trasformazione, per poi entrare nel “nuovo”.

La transizione è infatti il processo del lasciare andare le cose per come sono state, e impadronirsi del modo in cui sono diventate. Passaggio non privo di resistenze.

Riguarda il “come” viviamo a livello personale il cambiamento .È un riorientarsi e ridefinirsi, attra- verso cui si incorpora il cambiamen-to nella propria vita e si mobilitano energie per la nuova realtà/situazio-ne. È un processo lento che richiede un Programma di Mentoring di molti mesi.

Il cambiamento può accadere in qualsiasi momento (da noi voluto o meno), mentre la Transizione arriva quando un capitolo della vita termina e un altro spinge per fare la sua entrata.

La nostra stessa vita è transizione, e lungo la vita viviamo diverse possibili transizioni personali e professionali; tutto questo accomuna la Mentore e la Mentee.

Le giovani generazioni – e la comunità professionale tutta dopo la pandemia – sembra essere sempre più alla ricerca di senso, di un allineamento di valori, dell’autorealizzazione sostenibile. Fenomeni come la Great Resignation, il Quiet Quitting, stanno mostrando che i modelli lavorativi e i patti lavoratore-azienda stanno profondamente mutando e i vecchi paradigmi non sembrano riu- scire a intercettare bisogni profondi. Bisogni che non crediamo siano essenzialmente della nuova generazione ma che sono rimasti latenti anche in quelle precedenti, semplicemente perché non apparivano possibili del- le alternative.

Il Mentoring diviene quindi uno strumento di ascolto e di intercettazione per chi si affaccia alla professione, ritenendolo oggi un’importante fon- te di motivazione.

È anche un modo per evolvere e costruire assieme nuovi modelli di professionalità e di paradigmi lavorati- vi, che tengano conto di una nuova gerarchia di bisogni, e offrano una risposta alla dirompente richiesta di senso che da più parti, oggi arriva come un segnale forte e chiaro.

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